I”SABURCHI” E I MISTERI
Il Giovedì santo in ogni chiesa parrocchiale ed anche in quelle conventuale si fa “u saburco” cioè il sepolcro, che consiste nell’ornare l’altare maggiore o altro altare con molti vasi e fiori, nei quali era stato seminato il grano qualche mese prima. Il grano si lascia crescere e germogliare in luoghi completamente oscuri. Le piantine così trattate prendono il colore tra il giallo pallido e il bianco per l’assenza di clorofilla. Tale ornamento è di bell’effetto. La sera di detto giorno, è in uso visitare tutti i sepolcri allestiti nelle chiese della città. La chiesa della SS. Trinità ebbe il privilegio di esporre, il Giovedì Santo, i Misteri, cioè alcune rappresentazioni della passione e morte di Gesù, ottenute con statue a grandezza naturale artisticamente lavorate. Ad introdurre quest’uso ad Eboli furono i frati osservanti del convento della SS. Trinità, intorno al secolo XVI. Soppresso il convento, le statue passarono nella chiesa di S. Eustachio, ove i Misteri furono continuati. Pare che anticamente i Misteri rappresentati da personaggi veri. Deduco ciò dal fatto che a chi si presentava a tale funzione venivano dati “un tortoro e una saraca”. Era il tortoro un pane a forma di cerchio; la saraca era un pesce marino essicato, di nome salacca. Un vecchio detto ebolitano dice ”vai fare u giudeo così guadagnerai u tortoro e a saraca”.