Marzo 15, 2025

Ad Eboli il falò, detto “ focanoio”, si accendeva il 19 marzo in onore di San Giuseppe; si ripeteva poi il giorno 25 dello stesso mese, in onore dell’Annunciazione di Maria Vergine. Il più importante però era quello in onore di San Giuseppe, perché vi era abbastanza tempo per prepararlo. I”focanoi” erano rionale, perciò si faceva a gara a chi lo allestiva più grande e bello. Vari giorni prima del 19 marzo, i ragazzi iniziavano la raccolta della legna. Si andava nella campagna più prossima, dove abbondavano lentischi e mortella, si recidevano intere macchie( e di questo si incaricavano i grandi), si trasportavano i rami recisi su un carro, lo si caricava fino all’inverosimile e poi, spinto e tirato dai ragazzi, si portava la legna ove doveva sorgere il falò. In una sola giornata si trasportavano più carrettate di legna. La sera del Santo, il “focanoio” era bello e fatto e non attendeva che di essere acceso. Va notato che anche la popolazione contribuiva con l’offerta di qualche fascina di legna. All’imbrunire si accendeva e la legna, quantunque verde, ardeva magnificamente, scoppiettando e mandando in aria milioni di faville e un piacevole profumo. Il falò impiegava molto tempo per consumarsi. Anche gli uomini prendeva parte alla festa, facendo la piramide umana. Alcuni si mettevano sotto tenendosi avvinti con le mani; su di essi salivano altri, poggiando i piedi sulle spalle di quelli di sotto, tenendosi a loro volta avvinti con le mani. Mentre la piramide si muoveva lentamente intorno al “focanoio”, gli uomini che stavano sotto iniziavano a cantare:

E vui ca state ra coppa statevi attienti e mantenitevi

si carite pigliate na botta iate a ricorrere a do Vito Gallotta

 Quelli di sopra a loro volta rispondevano:

 E vui ca state ra sotto Teniteve forte e manteniteci

Si carimm pigliamo na botta iame a ricorrere a do Vito Gallotta.

Quale il significato della piramide umana non so spiegarlo, né si conosce il perché del riferimento a Vito Gallotta. Forse era un medico, o qualcosa simile.

Allorché il”focanoio” si riduceva a brace ardente, i più arditi ragazzi e anche qualche giovane si cimentavano a saltarlo. La brace era ritenuta dal popolo sacra, perciò ogni famiglia cercava di averne un poco. Le donne si presentavano con il braciere o altro oggetto per prelevarne un poco. Ere a questo punto che nasceva il divertimento,  un po’ crudele, dei ragazzi. A qualche donna si lasciava prendere il fuoco, a qualche altra invece, mentre lo raccoglieva, si iniziava a lanciare sassi sull’oggetto che doveva contenere la brace, e così facendo si impediva di raccoglierla. Poichè i “focanoi” erano rionali, dopo la loro accensione la città prendeva un colore rossastro e, se l’aria era calma, su di essa si formava una cappa di fumo che durava molto a diradarsi. L’aria poi che si respirava non era molto sgradevole, perché si avvertiva l’odore del mirto e dei lentischi. Il ricordo del ”focanoio” non si è del tutto estinto; in qualche rione si usa ancora farlo.