PROSPERO CARAVITA
Del casato dei Caravita di Eboli si ha notizia sin dal 1309, e continuò nei secoli successivi ad essere presente in città, come citato in atti notarili, soprattutto vendita e acquisto di terreni. Nel 1500 era fra le famiglie più potenti di Eboli, distinguendosi nel commercio dei prodotti agricoli e dell’allevamento, non disdegnando il prestito di denaro. Il palazzo di proprietà fu fatto costruire in vico Rua, nella quale strada aveva ingresso principale per le carrozze, mentre l’entrata secondaria in Piazza S.Eustachio e Biagio (oggi Largo Prospero Caravita). Prospero nacque nei primi anni dl XVI secolo e nelle sue opere si definisce patrizio ebolitano. Questo orgoglio era forse dovuto a Carlo di Borbone, monarca in qui tempi, che glorificò la terra di Eboli definendola “Città di Grazia”. Fu avviato agli studi giuridici fin dell’età di quattordici anni. Dopo le scuole primarie frequentante nella sua città natia, a sedici anni fu mandato a Napoli per completare gli studi e istruirsi nell’esercizio del foro. A venticinque anni si laureò nelle due facoltà legali. Si distinse nello scrivere e nell’arringare, divenendo in poco tempo uno dei maggiori conoscitori del diritto romano e italiano. Per la sua acquisita competenza fu scelto come Uditore della provincia di Salerno, poi anche quelle di Pignola e Stignano in Lucania. Si distinse cosi bene da essere eletto Avvocato Fiscale, ufficio che esercitò nella città di Salerno e in diverse province del Regno. La sua produzione letteraria, sempre nel campo del diritto e delle leggi, a più riprese, nei secoli successivi, fu oggetto di ristampe; quasi dei manuali per affrontare i riti legali, o fondamenta per lo studio e lo sviluppo della materia legale. Una lapide in S. Maria della Pietà, in quella che era la cappella di famiglia , S. Maria della Neve, posta dove è oggi l’accesso all’ organo, lo ricorda e documenta che morì nel 1570.