DON GIUSEPPE LANDI
Giuseppe Landi nacque ad Eboli il 13 agosto 1725.Avviato dai genitori alla carriera ecclesiastica, nel 1748 era diacono e chiedeva di ascendere al presbiterato. Aveva 22 anni quando entrò nella congregazione del SS.mo Redentore, fondata qualche anno prima da Sant’Alfonso Maria de’ Liguori. Tale Istituto si prefiggeva il compito di istruire gli abitanti della campagna. Vi fu spinto dalla consapevolezza della miseria morale e materiale in cui a quel tempo vivevano i mandriani della vicina località Persano e della piana di Eboli, lontani da ogni conforto religioso.
Ordinato sacerdote, iniziò subito il suo apostolato “a piedi o cavalcando un vil giumento concessogli dalla costituzione, tra il Cilento depresso, il montuoso ducato di Benevento e il Lazio. Giuseppe Landi ebbe il privilegio di vivere nell’epoca di tre santi: Alfonso de’ Liguori, di cui fu discepolo fedele per oltre trent’anni; Clemente Hofbauer, apostolo di Vienna, del quale fu maestro dal 1748 al 1785, e Gerardo Maiella, della cui vita scrisse per primo. Il Landi, religioso irreprensibile, piuttosto propenso al rigore, infaticabile, fu rettore dei più importanti collegi. Nel 1764, durante l’assemblea capitolare tenutasi a Pagani, si schierò con il gruppo dei “Vocali”, che non condividevano l’atteggiamento disciplinare dei Consultori Generali. S. Alfonso, già vescovo, presente alla burrascosa riunione, quantunque chiamato implicitamente in causa, non si offese, anzi conservò la sua primitiva stima e benevolenza per il contestatario Landi, apprezzandone la lealtà e continuò ad affidargli incarichi onerosi. Nel 1780, scoppiò la tempesta che da tempo andava profilandosi. Il “Regolamento” regio, che con arbitrio alterava la regola approvata nel 1749 da Benedetto XIV, apportò disagio e crisi nell’ambiente redentorista. Il Landi assume una posizione negativa nei riguardi di S. Alfonso, ottantaquattrenne, coinvolto nelle subdole manovre della corte borbonica. Trasportato dall’impegno per la pretta osservanza, espose alla Santa Sede il suo punto di vista intransigente, inasprendo la situazione già tesa. Nel 1793 a Pagani sotto la sua presidenza, padre Landi fu eletto vicario generale della Provincia romana, quasi un premio delle lotte ingaggiate per seppellire il famigerato “Regolamento” frutto del giurisdizionalismo di Ferdinando IV. Giuseppe Landi non poté assumere tale carica perché gli Statuti inerenti furono approvati nel settembre 1797, mentre egli era gravemente ammalato. Si spense a Scifelli (Frazione del comune di Veroli, in provincia di Frosinone) il 23 dicembre del 1797.