CEPPA. Il nome indicava le pale del fico d’india, che i ragazzi tagliavano dal fusto della pianta, la ripulivano dalle spine e con un temperino cominciavano il gioco. C’erano vari livelli da superare, e solo chi arrivava alla fine era il vero vincitore. Lo scopo era quello di lanciare il coltellino, in vario modo e da posizionare sempre più complicate nella pala. Primo livello: il coltellino posizionato fra il pollice e indice, con uno ‘ntips(sorta di scatto delle dita) doveva far roteare il coltello per aria e farlo cadere impuntandolo nella ceppa. Secondo livello: il coltellino posizionato sul palmo della mano lo si lanciava in alto in modo da farlo roteare e farlo “inzeppare” nella pala. Terzo livello: come il secondo, ma col temperino posizionato non sul palmo della mano ma sul dorso. Quarto livello: la mano sinistra sul naso, il braccio destro all’interno dello spazio creato da mano sinistra e naso e il coltellino lanciato dalla mano destra. Quinto livello: il manico del coltellino poggiato sulle labbra senza l’aiuto delle mani.
SCARRUOZZO. La parola deriva carrozza. I ragazzi formavano una curva, appoggiandosi chini l’uno all’altro; una sorta di dorso di cavallo, appoggiandosi ad un muro e cercando di non cadere, man mano che la curva cresceva con l’aumentare dei partecipanti.